Castelluccio Superiore è un centro dell’Appennino lucano meridionale, posto su uno sperone roccioso a 680 m s.l.m. e affacciato sulla valle del fiume Mèrcure-Lao. Le vicende storiche del paese coincidono con quelle di Castelluccio Inferiore fino all’anno 1813, allorquando, a seguito della soppressione del feudalesimo, avvenne la divisione dell’entità amministrativa unica in due Comuni autonomi.
Si suppone che il nucleo abitativo di Castelluccio Superiore sia precedente a quello di Castelluccio Inferiore, per via della conformazione e della posizione geografica. La sua fondazione è medioevale, ma le origini vanno fatte risalire al IV-III secolo a.C., come testimoniato dal ritrovamento di alcuni resti archeologici in contrada Sant’Evraso. Secondo alcuni storici sarebbe sorta sull’antica “Tebe Lucana”, costruita dalla popolazione italica degli Osci, secondo altri sulle rovine della città presannita e romana di Nerulum.
La toponomastica ottocentesca faceva derivare il nome del paese da “Castello di Lucio“, in riferimento al capitano Lucio, a cui i principi Sanseverino, dopo aver edificato la struttura difensiva, ne avevano assegnato il controllo. Attualmente nella parte alta del paese sono rintracciabili i ruderi del castello, che doveva avere due porte di accesso, per una delle quali si ricorda ancora oggi la denominazione di Porta Castello.
Nel centro del paese si trova la chiesa madre di Santa Margherita, il cui campanile, eretto nel XIX sec. e distaccato di circa 200 metri dall’edificio, ha un impianto quadrato, con piani superiori ottagonali e copertura policroma, tipico di molte chiese dell’area. La chiesa, che conserva elementi architettonici gotici, fu costruita nel tardo ‘500 e ampliata nel XVII sec. All’interno sono presenti diversi dipinti, tra cui particolare è l’Eterno Padre. È possibile osservare, inoltre, tele raffiguranti L’Immacolata e la Madonna con Santa Caterina e Santa Margherita, Santa Filomena e la Madonna del Carmine e San Francesco e le anime del Purgatorio. Il più prezioso affresco, invece, è costituito dalla Decapitazione di Giovanni Battista, del XVIII secolo.
Extra moenia si possono visitare il Santuario dedicato alla Madonna del Soccorso, edificato nel XVII secolo in località monte Zaccana, e la piccola chiesa intitolata a Santa Maria di Loreto.
Vogliamo segnalarvi, infine, la presenza nel territorio castelluccese di un’opera architettonica di grande ingegno: una galleria elicoidale che si trova lungo il tracciato della ferrovia, ormai dimessa, Lagonegro-Spezzano Albanese. Essa fu costruita tra il 1920 e 1928 dalle Ferrovie Calabro-Lucane con l’obiettivo di collegare le stazioni di Castelluccio Inferiore e Castelluccio Superiore, poco distanti in linea d’aria, ma separate da un forte dislivello. La soluzione ingegneristica adottata all’epoca risulta alquanto ardita, tanto che sono rare le opere di questo genere realizzate lungo le strade ferrate d’Italia. Lunga 500 metri, negli ultimi anni è stata riscoperta, tanto da divenire meta di numerose “attraversate”, ma è auspicabile una migliore valorizzazione, che ne permetta anche la salvaguardia.
Pubblicato su: In Arte, anno VII – num. 5 – maggio 2011, pagg. 10-11
0 commenti