Non basterebbe forse un volume intero di un’enciclopedia per raccontare la storia di Alessandro Del Piero alla Juventus e quello che ha rappresentato per i suoi milioni di tifosi sparsi nel mondo, che nutrono per lui da sempre un amore infinito e che lo hanno eletto a bandiera per eccellenza della Vecchia Signora. A distanza di quasi sette anni dal suo addio alla maglia bianconera, scopriamo come è proseguita la sua vita, prima come calciatore italiano all’estero e poi fuori dal campo, ma sempre a stretto contatto con il mondo del calcio.
L’ultima partita con la Juventus Del Piero la disputa il 20 maggio 2012. Quel giorno a Roma si gioca la sfortunata finale di Coppa Italia con il Napoli e lui scende in campo dal primo minuto con la fascia di capitano, venendo sostituito a metà del secondo tempo. Tutta la squadra porta sulla maglia uno speciale distintivo, per celebrare l’addio del suo numero 10. Sette giorni prima l’indimenticabile saluto al pubblico dello Juventus Stadium, in occasione dell’incontro di campionato con l’Atalanta, in cui segna l’ultimo gol della sua carriera bianconera. Uscendo dal campo al minuto 57, viene acclamato dai tifosi in lacrime sugli spalti. Lui li omaggia con un giro completo di campo, per ringraziare tutti i settori dello stadio, che lo applaudono dall’inizio alla fine, mentre la partita va avanti. Si conclude così un lungo periodo ricco di vittorie, iniziato nell’estate del 1993. Anni durante i quali si è portato dietro il soprannome di “Pinturicchio”, coniato nelle sue prime stagioni a Torino dall’avvocato Agnelli, che di lui apprezzava l’eleganza dello stile di gioco. Molti i record stabiliti in 19 anni, tra cui quello per le reti segnate (290) e quello di presenze per un giocatore juventino (705), e dal 2011 l’onore di indossare la fascia di capitano. Anche su sua espressa richiesta, però, la maglia numero 10 non viene ritirata dalla società, affinché anche in futuro tanti bambini possano coltivare il sogno di indossarla.
Lasciare la Juventus significa per lui salutare anche la Serie A, dove non potrebbe giocare con una maglia diversa da quella bianconera. A settembre annuncia di voler intraprendere una nuova esperienza calcistica e di vita in Australia, nella A-League, firmando un contratto con la squadra del Sydney FC. La sua presenza dà molta visibilità al campionato australiano, che viene seguito anche dai telespettatori italiani. Durante la stagione realizza 14 gol in 24 partite, ma la squadra si classifica soltanto al settimo posto, non riuscendo ad accedere alla fase finale a scontri diretti. L’anno successivo viene nominato capitano della squadra e racimola un bottino di 10 gol e 9 assist, aiutando il Sydney FC a conquistare il quinto posto in classifica e l’accesso ai quarti di finale, dove arriva l’eliminazione da parte del Melbourne Victory.
L’estate successiva, in attesa di decidere il suo futuro calcistico, collabora come inviato speciale della piattaforma televisiva Sky, in occasione dei mondiali di Brasile 2014, dimostrando davanti al microfono competenza e la sua consueta eleganza. Ma il momento di chiudere la sua avventura da calciatore non è ancora arrivato e a fine agosto firma un contratto di una stagione con la neonata società indiana del Delhi Dynamos, che milita nel nuovo campionato dell’Indian Super League, a cui partecipano otto squadre. Tra i suoi avversari trova anche David Trezeguet, ingaggiato dal Pune City. Alex gioca 10 delle 14 partite in calendario, quasi mai come titolare, ma la squadra termina il campionato al quinto posto, non accedendo ai play-off. Segna il suo unico gol con gli arancioneri, nonché l’ultimo della sua carriera, il 9 dicembre 2014 contro il Chennaiyin, su calcio di punizione. La sua attività agonistica si conclude così.
Smessi i panni di calciatore, Del Piero intraprende diverse esperienze in giro per il mondo, venendo riconosciuto ovunque come il simbolo del calcio italiano e come una delle icone sportive più amate. Sempre in continuo spostamento tra un continente e l’altro, fissa la sua residenza a Los Angeles, dove lo segue, con i loro tre figli, la moglie Sonia, da cui però si separa nel 2018.
Spesso è chiamato a fare da testimonial pubblicitario per importanti aziende, a promuovere iniziative solidali e a partecipare insieme ad altri ex calciatori a partite di beneficenza. Tra le passioni di sempre ci sono il golf, a cui ora può dedicare maggiore tempo per allenarsi e confrontarsi sui green più prestigiosi con altre leggende dello sport, e quella per l’arte, che lo spinge nel 2013 ad aprire in centro a Torino lo spazio Adp Log, per ospitare mostre di vario tipo. Da alcuni anni promuove il suo marchio di moda AirDP, con diversi negozi aperti in tutta Italia, dove acquistare capi d’abbigliamento e accessori dal design ricercato. Tra gli impegni principali rimane la televisione: dall’estate del 2015 torna a lavorare con Sky Sport, inizialmente come opinionista per il campionato italiano e dalla stagione in corso anche come commentatore delle partite di Champions.
Infine, per non farsi mancare niente, nell’estate del 2018 diventa proprietario di una piccola squadra di calcio di Los Angeles, attraverso la Edge Americas, società della quale è co-fondatore insieme al socio Jeffrey Whalen, con un’operazione rimasta segreta fino allo scorso febbraio. La squadra si chiama LA10 FC e i suoi colori sociali sono (non a caso) il bianco, il nero e il grigio. Già alla prima stagione vince il proprio campionato da imbattuta, conquistando la promozione nella terza serie americana. Proprio per rendere merito a tutto il team per il traguardo raggiunto, Alex decide di uscire allo scoperto, ringraziando staff e giocatori in vista della nuova stagione. «Conquistare il primo successo da proprietario – confessa – ha avuto un sapore speciale, diverso, nuovo, divertente. Un sapore che mi piace perché mi riporta a quando tutto era solo un gioco.» O forse perché, per chi ha il bianconero nel cuore, vincere non è importante, è l’unica cosa che conta.
Pubblicato su: Zeb, n. 18 – 2019, pagg. 32-33
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